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Moder tra tasti corde e pelli

con la partecipazione dell’ensemble d’archi de La Corelli

Murubutu & Moon Jazz Band

Dia voce Filippo Cassanelli contrabbasso
Vincenzo Messina batteria Giacomo Grande tastiere, piano
Federico Califano sax contralto Gabriele Polimeni tromba, flicorno

 

Nel territorio galeatese i primi segni di antropizzazione risalgono all’età del rame, ma in età romana, sul terrazzo fluviale tra Pianetto e Galeata, sorse una piccola città: Mevaniola (menzionata da Plinio il Vecchio), ovvero piccola Mevania, come la Mevania umbra, oggi Bevagna. Tra V e VI secolo, a città romana oramai abbandonata, iniziano la costruzione del centro monastico fondato da Sant’Ellero e della sontuosa villa di Teodorico, con pavimenti a mosaico (ora interrati) e un elegante impianto termale. Poi, nel Medioevo, troviamo castelli (il fortilizio di Pianetto), insediamenti religiosi e borghi, come appunto Galeata. Che nel Quattrocento passa sotto l’influenza di Firenze, di cui conserva ancora oggi segni nel dialetto, nelle tradizioni popolari e nella gastronomia. Così come nell’urbanistica, nell’architettura degli edifici storici e nelle opere artistiche conservate nelle chiese. Dunque, grazie a una straordinaria stratificazione storica, in pochi chilometri si incontrano le vestigia della villa di Teodorico, il seicentesco Palazzo del Podestà, i resti della città romana di Mevaniola, la chiesa rinascimentale di S. Maria dei Miracoli e il complesso conventuale dei Padri Minori di Pianetto dove è allestito il Museo civico “Mons. Domenico Mambrini”. E la millenaria abbazia di Sant’Ellero, di origini paleocristiane, che, col tempo e i terremoti, ci appare oggi come il risultato della sovrapposizione di varie fasi costruttive e di numerosi restauri. La facciata d’impronta romanica (XI-XII sec.) in blocchi d’arenaria è dominata dal portale con colonnine binate ornate da capitelli con figure di monaci e sirene. All’interno, la navata unica si conclude con un presbiterio sopraelevato e abside rettilinea, ma la parte più affascinante è la cripta, dove è conservato il sarcofago del Santo (VIII–IX sec.): un ambiente angusto, dove i pellegrini, nel mese di maggio, celebrano un rito salutare, legato al contatto con le pietre. L’abbazia si raggiunge a piedi da Galeata in 40’ lungo l’antico sentiero delle cellette. Gli anziani ricordano cortei processionali durante i quali donne con messale e uomini vestiti di bianco incedevano dietro grandi croci. Con il passare del tempo il sentiero si è connotato sempre più come percorso liturgico, assumendo anche le funzioni di Via Crucis con cellette a edicola. Verso la fine, si incontra una colonnina con grande basamento: è qui che, secondo la tradizione, il cavallo del re Teodorico si fermò per intervento miracoloso e avvenne l’incontro con il Santo Eremita.
Daniele Michelacci

GALEATA, Abbazia Sant’Ellero
Via Sant’Ellero
47010 Galeata (FC)

Parcheggi e percorsi guidati da:
da Galeata
P Pro Loco
> km 1 D+ 200 m
— strada-scale (via Crucis)

da Pianetto/Mevaniola
P Museo-Strada
> km 4 D+ 250 m
— carraia, sentiero

da Galeata
P Piazza-Villa di Teodorico-Sant’Ellero
> km 7 D+ 300 m
— asfalto, carraia, sentieri
Stand gastronomici organizzati in collaborazione con: Pro Loco Galeata

Info e prenotazioni su www.ravennafestival.org