In bici tra natura e cultura

In bici tra natura e cultura

Dall’oro dei mosaici al verde della natura
Gli itinerari naturalisti sono invece percorsi in mtb o city bike per consentire al pubblico di allargare il raggio di azione.
Il cicloturismo è una forma di turismo che vede la bici protagonista assoluta di questo modo di visitare il mondo che sembra raccogliere sempre più attenzione, anche tra i meno appassionati di bicicletta. Questa modalità di viaggio permette di avvicinarsi con tempi più lenti e più umani a luoghi e persone, di visitare ma soprattutto di vivere le proprie mete.
Il cicloturismo si adatta perfettamente a Ravenna Città d’arte, uno scrigno di tesori immerso in un ambiente naturalistico unico, ricco e variegato.
I vantaggi del cicloturismo sono tanti: costi degli spostamenti notevolmente contenuti, maggiore libertà di programmare il viaggio on the road, un tipo di viaggio e di esplorazione più autentico e la possibilità di dare un piccolo ma significativo contributo alla tutela ambientale.
I dintorni di Ravenna e le sue splendide pinete sono raggiungibili con comode ciclabili, una rete di comunicazione sempre più estesa che può collegare la città con il mare, la collina e le vicine Cervia e Comacchio.

Le pinete di Ravenna

La pineta dei poeti, simbolo della città
A pochi chilometri da Ravenna ci si può immergere in ambienti naturali unici, caratterizzati per lo più da pinete, ma anche valli, argini fluviali, bassure e sentieri retro-dunali. Una rete ciclabile naturale che permette di realizzare escursioni per ogni desiderio e per ogni ‘gamba’.
Uno dei percorsi più vari ed apprezzati è quello proposto in “Cibi in bici”, un itinerario ad anello che parte dai giardini pubblici al centro di Ravenna per compiere un percorso ad anello di 32 o 42 km.
SI percorre l’argine fluviale dei Fiumi Uniti caratterizzato dai tipici capanni da pesca fino a raggiungere il mare. Siamo a Lido di Dante e da qui si attraversa la pineta demaniale Ramazzoti al termine della quale merita una sosta la torretta d’osservazione posta sulla foce del Bevano, un’area dunale integra essendo da qualche anno riserva naturale. Si percorre via della Sacca che offre un bellissimo panorama sulla Valle dell’Ortazzo. Quando questa fa una svolta a destra a novanta gradi si prosegue dritto entrando nell’Antica Pineta di Classe. Dopo il ponticello si gira a destra e si raggiunge in un paio di km il Parco Primo Maggio, una radura incantevole dove è possibile rifornirsi di acqua e dove in primavera sono organizzate sagre gastronomiche.
Da qui si può scegliere se tornare a Ravenna passando da Sant’Apollinare in Classe e poi dall’Antico Porto o fare un ulteriore anello di 10 km per passare dalla cosidetta quercia di Dante, dai punti di osservazione sull’Ortazzino e dalla casa pinetale della Aquara.

Ravenna-Milano Marittima

Un itinerario tra arte e natura: dall’Antico Porto di Classe al cuore della Città Giardino
L’itinerario di 48 km, parte dall’Antico Porto di Classe a fianco del quale si estende un percorso ciclabile che passa dalla maestosa Basilica di Sant’Apollinare in Classe: due luoghi meritevoli di visita prima di salire sui pedali. Proseguendo su via Classense si svolta su via Morgagni che si immette in una seconda area ciclabile, seguendo la quale, si ha accesso a una lunga strada sterrata che porta all’ingresso dell’antica pineta di Classe, quella voluta dai romani e osannata dai poeti – da Boccaccio a Byron, da D’Annunzio a Wild – e resa immortale dai versi del Sommo Poeta che nel XXVIII canto del Purgatorio l’assimila al paradiso terrestre: tal qual di ramo in ramo si raccoglie / per la pineta in su ‘l lito di Chiassi, / quand’Eolo scilocco fuor discioglie.
Le pinete sono gioielli che impreziosiscono Ravenna al pari dei suoi monumenti e ne rappresentano il tratto paesaggistico più caratteristico, un ambiente che ritroveremo anche a Milano Marittima, la città giardino progettata nel 1911 dal multiforme artista Giuseppe Palanti, che all’interno dell’ultimo lembo dell’antica pineta realizzò il sogno di creare un luogo di vacanza con “comodi villini, giardini e parchi” in armonioso rapporto tra pineta e mare.
Seguendo l’itinerario si varca l’ingresso della pineta e sul sentiero principale, poco dopo il primo ponte si giunge dinnanzi a un bivio. Qui potremmo continuare dritto o fare un piccolo anello che tocca il Parco 1° maggio dove è possibile rifornirsi di acqua, una bellissima radura dove sorge una delle più antiche case delle aie del territorio con tanto di chiesetta. Arrivati al Fosso Ghiaia sul ponte delle Botole si continua dritto, passando dalla così detta quercia di Dante, e dopo 800 metri si imbocca il sentiero a sinistra che costeggia la valle dell’Ortazzo visibile nel suo splendore da una torretta di osservazione posta al termine del sentiero che termina al ponte di legno sul canale Aquara. Oltrepassato questo, come i successivi su Bevanella e Bevano, si raggiunge l’Idrovora Bevanella attraverso l’argine caratterizzato dai tipici capanni da pesca. Da qui da via Canale Pergami si continua dritti fino al depuratore. Si gira a sinistra per bypassare il Fiume Savio dal ponte e ci si immette subito dopo, nell’argine destro dal quale si scende su una carraia che conduce prima in via Marina e poi all’ingresso della pineta di Milano Marittima. Dopo circa 3 km attraverso un habitat di bosco misto dove al pino domestico si affiancano leccio, farnia, frassino, olmo, ontano e una ricca vegetazione arbustiva, si raggiunge il cuore della città giardino.

La trafila Garibaldina

Il bici sulle tracce di Anita e Giuseppe Garibaldi
L’itinerario (di chilometraggio variabile) della trafila garibaldina in terra di Ravenna è il primo dei percorsi naturalistici per “Bike Lovers” che il Comune di Ravenna sta mettendo in rete per offrire al turista attivo, in grande crescita, un motivo in più per mettere Ravenna nell’agenda dei suoi viaggi. La capitale del Mosaico così ricca di monumenti Unesco è sempre più amata per gli itinerari green, percorso che nel caso di “Garibaldi in bicicletta” si intreccia con testimonianze della grande Storia, quella del Belpaese.
La giornata propone un percorso cicloturistico, di valenza storico ambientale, nell’entroterra dei Lidi Nord di Ravenna, a ricordo della Trafila garibaldina del 1849. Un percorso cicloturistico che evoca memoria e suggestioni di fatti storici, ma anche invita a scoprire le peculiarità e le bellezze di ambienti naturalistici compresi nell’ambito del Parco del Delta del Po.
L’itinerario, ideato e realizzato dal Comitato Acque Terre in collaborazione con la Fondazione Museo del Risorgimento e l’Accademia di Belle Arti, propone un percoso tematico sulle tracce di Garibaldi che toccherà i luoghi più significativi della Trafila, oggi segnalati da pietre decorate a mosaico che integrano la segnaletica già esistente.
Trail Romagna insieme a Legambiente propone quest’escursione che prevede due possibili punti di partenza: da Piazza Garibaldi a Ravenna o dalla ProLoco di Porto Corsini.
Lungo il percorso il della “trafila” che salvò Garibaldi nel 1849, collegando in una trama di continuità i luoghi che testimoniano il passaggio dell’Eroe con cippi, epigrafi, stele, e, là dove mancavano riferimenti, con quattro “pietre della memoria” decorate a mosaico, di recente installazione (Ca’ Bianca, Forte Michelino, Bardello, Taglio Baiona).

Ravenna-Comacchio

Un itinerario tra terra e acqua (50 km solo andata)
Due gli itinerari possibili per quest’escursione adatta ai più esperti o a chi comunque ha un certo numero di chilometri sulle gambe.
Il primo parte dal Mausoleo di Teodorico e attraversa la Pineta San Vitale per raggiungere, dopo un percorso veramente unico, il Reno.
L’altro parte dal centro di Ravenna per raggiungere Sant’Alberto su strade asfaltate ma poco trafficate e attraversare il fiume Reno da un vecchio traghetto.
Solitamente, per non ripetersi, si compie un percorso all’andata e l’altro al ritorno.
Dall’argine del Reno inizia la circumnavigazione delle valli di Comacchio in senso antiorario. Un percorso per lo più dall’alto dell’argine che permette allo sguardo di puntare dritto all’orizzonte attraversando tutta la valle fino al mare.
Le Valli di Comacchio fanno parte del più ampio contesto ambientale del Delta del Po , una delle zone umide più importanti d’Europa, di recente incoronata Patrimonio Unesco e ne ha tutte le ragioni. Si tratta infatti della più vasta zona umida d’Italia che accoglie elementi di biodivesità che lo rendono un paradiso sostenibile per naturalisti, biologi, scienziati turisti e birdwatchers. Il cuore del Delta sono proprio le sue Valli, una vasta area lagunare che si affaccia sul mar Adriatico, divisa da questo da una fascia costiera e delimitate a nord dal corso del Po di Volano, a sud dal Fiume Reno.
Qui, un turismo sostenibile, attento agli equilibri di animali e piante che vivono dentro e fuori dall’acqua, è imprescindibile. Scarsa profondità e acqua salmastra, sono infatti l’habitat ideale non solo per i fenicotteri rosa, ma anche per avocette, spatole, volpoche e cavalieri d’Italia, insieme ad altre 320 altre specie censite.
Al Bettolino di Foce, un antico casone da pesca riadattato, è possibile ristorarsi con un ottimo pranzo a base di pesce, ovviamente anguilla compresa. Da qui sono possibili escursioni in barca nel cuore delle valli oppure, allungando di circa 3 chilometri, è possibile visitare la splendida Comacchio.

 

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