Giunto alla quarta edizione, l’Urban Trail d’inizio estate a Ravenna, vede un crescente successo con oltre cinquecento partecipanti slow runner e runner ai quali si sono aggiunti quest’anno i biker, impegnati sullo stesso tracciato dei podisti se non per piccoli tratti.
La passeggiata nella città ancora assopita ha mosso sguardi e occhi della fantasia attorno alle mura, da Porta San Lorenzo a Porta Nuova con il suo secentesco canale Panfilio, dall’argine del fiume Ronco (via Gabici) alla “Bassa del Pignattaro”, per risalire le acque del Molino e del suo canale evocate da note di un violoncello fra le severe architetture dell’antica struttura molitoria.
Il percorso lungo, 16 Km., con il gruppo ancora serrato di biker e podisti sull’antica duna costiera, segnata da via dei Poggi,  ha risalito i Fiumi Uniti  e, attraverso il  Ronco Abbandonato (via Bassa), lo scolo Lama e i sentieri che dall’antico canale Molinetto (viale Randi) portano a Bosco Baronio,  ha condotto la multicolore teoria a via Fiume Abbandonato per giungere alla chiesa del Torrione.  In questo luogo di rara e appartata suggestione, dove il tempo ha sovrapposto ai mattoni romani, quelli dei restauri teodoriciani e veneziani, i due itinerari sono andati “di braccetto” in un passaggio sulle mura occidentali della città fino a Porta Adriana, dove i segni d’acqua aprono prospettive diversificate, entrambe fluviali e di grande impatto emotivo, storico ed artistico.
Il largo giro a nord della città, ha seguito gli antichi spalti del Fiume Montone passando all’interno dell’alveo in prossimità di via Rotta,  dove il fiume poteva prendere la via delle valli per scaricare le sue piene esorbitanti. Attraverso la Rocca Brancaleone nei pressi dell’antico porto di Teodorico dove il canale Badareno fluiva in mare vicino alla Rotonda dei Goti, il nastro colorato di Urban Trail,  ha costeggiato la darsena di città per ritornare ai Prati di Porto dove i giardini pubblici sono sovrastati dalla quattrocentesca architettura della Loggetta Lombardesca.
Il cammino lento si è inoltrato in città per strade alzaie che ricordano il Flumisellum e il Padenna, dal ponte di Augusto alla targa dell’alluvione del 1636 in via Salara, dall’affresco di Santa Maria del Pozzo a San Michele in Africisco e alla Casa sul Padenna di Bernardino da Polenta dove è ora Palazzo Merlato.
Da via Cairoli, con le sue costruzioni veneziane sulla sponda orientale del Padenna e attraverso piazza Unità d’Italia, passando fra le colonne recuperate dall’antica chiesa di Sant’Andrea dei Goti, i partecipanti hanno colto  un inconsueto rientro nella piazza deserta che si apre ad oriente: in fondo, proprio in direzione del sole, già alto, oltre la derivazione cittadina della Fossa Augusta, il luogo dove è stato rinvenuto il mosaico denominato “lo spiritello delle acque”. Girando attorno all’abside di San Giovanni Evangelista, basilica eretta da Galla Placidia dopo un avventuroso ritorno per mare a Ravenna, l’Urban Trail “lento” ha percorso quella duna costiera sulla quale la storia ha sedimentato le testimonianze del tempo ed ha attraversato Casa Marini, dove la proprietaria, signora Donatella, ha accolto i partecipanti mostrando il bel giardino al limitare del Palazzo di Teodorico che spinge le sue memorie oltre il verde del prato, vigilato da pavoni “guardiani”.
Poi l’arrivo allo chalet dei Giardini a chiudere questo quarto Urban Trail.
Pietro Barberini.

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