Iscrizione a Urban Trail Ravenna città d’acque, percorso con visita guidata di 3 – 5 km

Ultime iscrizioni entro il 29 agosto (ore 12:00) €20: visita guidata + Libro “Ravenna città d’Acque” + colazione Chalet dei Giardini

 

N.B: è fondamentale leggere il regolamento nella pagina dell’evento. Nel luogo di ritrovo e all’orario prestabilito ci si presenta con mascherina e autocertificazione compilata (verrà inviata tramite e-mail il 29 agosto 2020).

Il saldo della quota di partecipazione per le visite guidate avverrà in loco. Non si potrà partecipare se non iscritti tramite questo form.

CLICCA IL PULSANTE SOTTO E ISCRIVITI A UNA DELLE QUATTRO VISITE GUIDATE PROPOSTE:

Sabato 29 ore 18:00
Prof. Tito Menzani
Le bonifiche della pianura ravennate

A metà del Settecento, Ravenna poteva ancora dirsi in buona parte circondata da aree paludose e – paradossalmente – povera di acque potabili. Questo assetto idraulico era molto precario e non era raro che la stessa città venisse a trovarsi allagata, soprattutto a seguito dell’irregolarità delle portate del Ronco e del Montone. Analogamente la zona settentrionale era interessata dagli straripamenti del Lamone e del Po di Primaro (oggi Reno). Per ovviare a questi problemi occorsero numerosi interventi radicali – alcuni molto ingegnosi –, che in due secoli di storia portarono alla completa ridefinizione del territorio. Ancora oggi, se si passeggia per Ravenna, si individuano numerosissime tracce di un passato conflittuale fra gli esseri umani e le acque, che si è però concluso con un assetto idraulico così ordinato e così stabile, da essere percepito dalle recenti generazioni come un fatto «naturale» e non come il prodotto finale di una certosina ed estenuante opera di bonifica.

Domenica 30 ore 7:00
Dott.ssa Giovanna Montevecchi
Vie d’acqua, approdi e imbarcazioni

Ravenna, con le sue particolari caratteristiche morfologiche, è stata un importante centro strategico sin dall’età romana repubblicana (III secolo a.C.), cinta da importanti mura che furono ristrutturate quando la città divenne capitale e a seguire in età veneziana. Ravenna ebbe anche una forte vocazione portuale sia di tipo commerciale che – per volontà dell’imperatore Augusto – di tipo militare, quando fu eletta sede della seconda flotta militare romana. Adesso che le acque sono scomparse dalla città, si possono però ipotizzare i luoghi dove si sviluppavano i porti e le vie d’acqua interne ed esterne alla città che li collegavano al mare oltre al tipo di imbarcazioni che le solcarono nel corso del tempo.

Domenica 30 ore 7:30
Arch. Massimiliano Casavecchia
Le pietre nell’acqua

Nel corso dei secoli la fisionomia di Ravenna è stata fortemente caratterizzata dalla presenza di corsi d’acqua, quali tra gli altri il Padenna e il suo affluente il Flumisellum.
Questi hanno interagito con il tessuto edilizio, che si affacciava su essi, e con ciò che invece, successivamente al loro lento prosciugarsi e inevitabile tombamento, è stato costruito sul loro vecchio sedime, andando a riempire quel vuoto lasciato dall’antico passaggio dell’acqua. Un vuoto “costruito” dall’andamento sinuoso tipico del corso dei fiumi, che oggi costituisce la memoria degli alvei ormai scomparsi. Il saggio è teso ad individuare un inusuale percorso di visita della città per ritrovare l’acqua attraverso la lettura dei suoi fabbricati.

Domenica 30 ore 8:00
Mauro Mazzotti, studioso
Camminando il Padenna

Ravenna per tutta la sua plurimillenaria storia sarà segnata da fiumi, canali, valli, fuori e dentro le mura. Oggi, anche se di queste acque non si vede in città neanche una goccia, in tutto il tessuto cittadino e periferico restano dei segni della loro antica presenza. Strade, porte, ponti sepolti, molini, lavatoi, sono le tracce di un percorso che segue lo scorrere delle acque, dal suo ingresso in città a nord, nei pressi di porta Serrata (porta Cybo), fino alla uscita a sud tra Porta Sisi e porta San Mama. Via di Roma, il Corso, segna ancora l’andamento della antica Fossa Augusta. Tra porta Adriana e porta Teguriense, lungo via Cavour, passava il Flumisello, già Lamone, che confluiva nel Padenna in piazza Costa. Più avanti, nei pressi di piazza San Francesco c’era l’immissione della fossa Lamisa. Più avanti le viuzze e i vicoli del borgo San Rocco alimentavano mulini e opifici idraulici.